Su casu axedu e l’antico rito della tosatura: sa tundidura

Quello della tosatura del bestiame è un rito antico quanto le pecore e gli arieti. Le bestie vanno tosate quando arriva la stagione calda, non c’è molto da girarci intorno. Tutte  ad esclusione dei maschi che dovranno accoppiarsi perché, così mi è stato detto, l’odore del maschio in periodo riproduttivo si aggrappa al pelo ed è bene che questo gli rimanga addosso. Il vello e l’odore intendo.

Ieri ho partecipato alla nuova tosatura, ma tutte le volte per me è una festa. Ero ospite dell’agriturismo s’Acqua Callenti, a Castiadas, gestito da carissimi amici, e questa mia familiarità mi ha consentito di intrufolarmi praticamente ovunque e fotografare praticamente tutto.

La tosatura: le fasi

Le cose che ho notato fin da subito sono state queste: il grande rispetto per il bestiame che prima di essere tosato viene legato di modo che si muova il meno possibile e tranquillizzato quando necessario. Viene coricato a terra con una mossa del tosatore piuttosto abile, insomma io non ci riuscirei manco per sogno. Immediatamente dopo le zampe vengono legate per mezzo di una cordicella. Così immobilizzate possono essere tosate. Il taglio del pelo avviene per mezzo di macchinetta elettrica o forbici. Le forbici hanno un non so che di originario, ipnotico e  minaccioso. Sono affilatissime, non possiedono viti ma una molla, e tutte le volte che le vedo penso a qualche arma primordiale e feroce. Insomma mi spaventano ma mi attirano. I tosatori le usano con una maestria che mi ha lasciata a bocca aperta. Perché non è che devi semplicemente tagliare, facendo attenzione a non ferire la pecora e non ferirti tu, ma il vello deve essere tagliato preferenzialmente in modo uniforme e rapido.

La pecora tosata viene liberata, torna in sa corte e aspetta di tornare “a casa”.

Mentre i tosatori lavoravano io accarezzavo prima il muso, poi i fianchi di quelle strane bestie. Il loro pelo è morbidissimo e immediatamente dopo il taglio rilascia uno strano olio privo di odore, sul conto del quale devo indagare.

La lana

Non prende fuoco. Mi è stato raccontato proprio ieri che a provarci si nota che resista con una certa destrezza al fuoco. Un tempo era lavorata con grande sacrificio per diventare poi fibra tessile, oggi diventa lana e molto altro. Peccato che venga pagata una miseria e questo lascia non poco amaro in bocca a chi la taglia.

Le parole della tosatura

In sardo la tosatura è sa tundidura o tundimenta e quanto i tosatori ti dicono che ant tundu una brebei, vogliono dirti che hanno tosato una pecora. Tundi è una parola che amo: si usa anche per gli uomini che si sono tagliati i capelli molto corti, a sottolineare quella somiglianza fra uomo ed il suo bestiame che ancora non muore.

Il luogo della tosatura è su tundidroxu, ambiente preferenzialmente ombreggiato e fresco e le forbici per la tosatura, quelle di cui ti ho detto sopra, sono is ferrus de tundi.

Regola che vige per la tosatura così come per la vendemmia (e molte altre attività agro pastorali) è quella della restituzione del piacere. Torrai su prexeri è un obbligo dal quale nessuno deve e vuole esimersi.

La ricetta della tosatura

Durante la tosatura è stata munta qualche pecora: con il suo latte mamma ha realizzato su casu axedu. Ecco come:

al latte ancora caldo ha aggiunto caglio e siero della precedente cagliatura. Se c’è caldo su casu axedu è pronto in mezza giornata, se c’è freddo è meglio lasciarlo riposare per una giornata. Dopo di che si taglia in grosse fette e si consuma ricordando di conservarlo nel proprio siero.

Se vuoi partecipare alla prossima tosatura segui la pagina fb dell’agriturismo S’acqua Callenti. Sono sicura che l’anno prossimo la festa aperta al pubblico, sarà ripetuta.

 

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