Sa Tiriha, il dolce di Santa Lucia in Sardegna

Sa tiriha è un dolce che un tempo veniva sfornato in occasione di santa Lucia. Prepararlo era semplice: serviva pane carasau e sapa e in pochi secondi un sogno croccante veniva sfornato.

Ho ancora le mani imbrattate di saba, e in bocca il gusto di dolce, ma questo post lo voglio scrivere così, come farebbe una bambina, con entusiasmo.

Di recente mi è saltata in testa l’idea di scoprire qualcosa di più su santa Lucia. E le cose che ho scoperto in pochi giorni di ricerca sono tutte interessanti. Ne ho parlato qui.

Ora ho molte più informazioni: tanto per cominciare ho scoperto che santa Lucia la festeggiavamo anche sull’Isola. Qui non era accompagnata dall’asino (forse) e non portava doni, ma le mamme qualche dolce lo preparavano sempre. Si svolgevano questue, si distribuiva del grano cotto, ma soprattutto c’erano dei dolcetti preparati ad hoc per la santa, e tieniti forte, c’erano pure dei brebus da recitare. Entusiasmo galoppante.

Ti senti anche tu un po’ più bambina.

Bene, mi sono ripulita per bene le mani dalla sapa. Continuiamo.

Tutti i dolci che si preparavano durante questa occasione erano dolci terapeutici; significa che attraverso l’intercessione della santa, consumandoli si potevano prevenire o curare alcune malattie. Ovviamente tutte le situazioni erano legate alla vista, non è un caso che la santa a tutt’oggi sia posta a tutela degli occhi.

Fra i dolci di cui ho avuto notizia sfogliando il favoloso libro di Susanna Paulis, I dolci e le feste, edizioni Cuec, la ricetta che più mi è piaciuta è stata quella de sa Tìriha.

A renderla tanto interessante ci sono almeno tre elementi:

  • è semplicissima ma gli ingredienti mi piacciono tutti;
  • è in disuso, quindi nessuno la prepara più;
  • ha un brebus tutto per sé.

Dove

La ricetta è originaria di Dorgali.

Quando

Sa Tìriha si preparava in occasione di santa Lucia, il 13 dicembre.

Ingredienti

Come

Il pane carasau, quando ancora non era stato ricotto e quindi molle veniva bagnato di sapa, piegato su se stesso e infornato. Io non avendo la possibilità di prepararlo ho ammorbidito quello che avevo in casa con dell’acqua, l’ho spennellato di sapa e infornato. In pochi minuti ho sfornato un dolcetto croccante, gustoso, tanto semplice quanto buono. Certo, rispetto ai molti dolci che abbiamo la possibilità di mangiare oggi sa tìriha risulta fin troppo elementare, ma dopo averlo sfornato proprio quella semplicità mi ha resa curiosa come una bambina. Ho divorato la prima sfornata sporcandomi tutta, facendola saltare di mano in mano, soffiandola per freddarla, alla ricerca del sapore di sapa e pane appena sfornato. Insomma sa tìriha ha avuto un grande successo: per qualche minuto mi ha fatto tornare bambina.

I brebus e sa tìriha

C’è di più. Ricordi? Tutti i dolci preparati in occasione di santa Lucia sono terapeutici. Mangiando questo dolce croccantissimo ricordati di ripetere “Santa Luhia reguardàemi sa vista mia” da tradursi semplicemente con un “Santa Lucia proteggi (o guarisci) la mia vista”. Tentar non nuoce.

Chiudo chiedendo scusa a tutti quelli che questo dolce lo hanno conosciuto per davvero, molti anni fa. Non so se la forma che gli ho dato, i passaggi e il gusto fossero proprio questi, ma ho voluto tornasse ad essere sfornato, perché è semplice, è buono, è magico.

Felice santa Lucia a tutti.

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