Pan’è saba di famiglia

 

Il pan’è saba, che poi sarebbe sapa ma noi diciamo saba, è una questione di famiglia. Ognuna lo fa un po’ come crede e tutti si vantano di possedere il segreto de su pani ‘e saba antigu.

Tutte tranne la mia famiglia visto che la ricetta non sappiamo bene nemmeno da dove arrivi. A mia nonna l’aveva data un’amica e quando le ho chiesto di dove fosse originaria mi ha risposto con quella schiettezza che mi fa desiderare, delle volte d’essere vecchia e saggia “Non mi du arregordu. Fiara de una bidda… Puitta?” (Non me lo ricordo. Abitava in un paese… Perché?)

E io “No, per niente, era così, tanto per sapere”. Spiegarle che la ricetta la volevo mettere sul mio blog, condividerla con il mondo ricordandone la provenienza mi sembrava troppo lungo.

Eppure, pur non sapendo molto dell’origine della nostra ricetta di famiglia, qualcosina sul pan’è saba la so. Leggi qui.

Chi

Pan’è saba, pani e saba, pani ’e saba antigu (nella sua versione più antica) fattu e cottu – pane sapato

Dove

Lo fanno in tutta l’isola ma le varianti più note sono quelle di Quartu Sant’Elena (fattu e cottu), e di Atzara (pan’è saba)

Quando

In linea di massima si tratta di un dolce autunnale, comunemente preparato durante il periodo della Commemorazione dei defunti. In alcuni casi è però confezionato in onore di Sant’Antioco, Sant’Antonio o addirittura durante la primavera (a Sini il 25 di maggio si festeggia ad esempio la sagra del pane sapato: in origine il dolce era dedicato a San Giorgio Martire festeggiato il 23 dello stesso mese).

Cosa

  • 1 kg di semola
  • 1 kg di noci
  • 500 g di mandorle (sbucciate)
  • 500 g di uvetta passa
  • 50 g di lievito di birra
  • fichi
  • saba (mosto cotto)

Come

Gli ingredienti devono essere tutti ben mescolati in una o due ciotole particolarmente capienti e lasciati riposare per 24 ore.

Il giorno seguente l’impasto va mosso, ammorbidito con dell’altra saba, confezionato in forma di ciambella e infornato.

Il forno dovrà essere preriscaldato a 150 gradi e il vostro pan’è saba cuocere per almeno 15 – 20 minuti.

Curiosità

Il pan’è saba diventa particolarmente prezioso quando viene decorato. Sa pintadura riguarda la parte superiore del dolce che viene normalmente spennellata di saba e arricchita con zuccherini colorati, dorati, argentati e con foglie d’oro per uso alimentare. In altri casi è possibile impreziosire il pan’è saba con l’uso di mandorle infisse nella parte superiore del dolce. In generale viene servito su un letto di foglie d’alloro secche.

Quando veniva preparato in occasione della Commemorazione dei defunti, il pan’è saba veniva regalato alle famiglie più povere. Si riteneva che queste, pregando per gli antenati di chi aveva donato il dolce, potessero alleviarne le pene e quindi fare loro cosa gradita.

A Sedilo il dolce veniva preparato in occasione dei festeggiamenti per Sant’Antonio Abate. Si riteneva fosse in grado di proteggere le persone e il bestiame.

Ad Atzara invece, dove veniva confezionato in onore di Sant’Antioco (13 novembre) si era soliti pregare in questa maniera qualche giorno prima della festa “Santu Antiogheddu meu devotu, bettae un’aba lena lena, chi non bengiat gente angena” (Sant’Antioco mio devoto, getta un’acqua leggera leggera, che non venga gente da fuori). In occasione della festa infatti il paese si riempiva di visitatori e già che offrire il pan’è saba e ospitalità era d’obbligo, le giornate si dimostravano particolarmente costose. (Dolci in Sardegna – Storia e tradizione. Ilisso)

L’angolo delle cuoche(i)

Tu hai mai confezionato questo dolce? Lo hai mai ricevuto in dono? Puoi dire la tua commentando l’articolo qui, su FB, ma anche su twitter instagram. Condividi usando l’hasthag #Koendi e #pan’è saba.

Leave a comment