Angiulottusu: il piatto che scoppia di salute

 

Più pieni sono, meglio è, perché al ripieno di un buon angiulottu non si dice mai di no, non nel Campidano per lo meno. In Sardegna la pasta fresca ripiena la si fa in mille e una maniera, ma la tradizione degli angiulottusu è tutta campidanese. Nella mia famiglia da soli bastano a far festa, a patto che vengano accompagnati con dell’ottimo sugo e abbondanza infinita di pecorino.

Chi

Angiulottusu, Angiulottus

Dove

Campidano (e non solo)

Quando

Tutte le volte che la padrona di casa ha voglia di prepararli (non vale comprarli, ce ne accorgiamo subito)

Cosa – per la pasta

  • 1 kg semola fine
  • 3 uova
  • Acqua qb
  • Sale qb

Cosa – per la pasta

  • 1 kg di ricotta
  • 2 uova
  • 1 mazzo di bietole
  • Noce moscata
  • Zafferano
  • Sale

Strumenti

  • Macchina sfogliatrice
  • Ravioliera
  • Rotella

 Come

Metti a bollire le bietole e intanto dedicati all’impasto. Dovrà risultare compatto e omogeneo, morbido ma non troppo. In quel caso significa che hai usato troppa acqua e dovrai aggiungere nuova semola. Se l’impasto dovesse rimanere troppo umido sarà praticamente impossibile passarlo nella sfogliatrice.

Messa da parte la pasta (faticoso eh?) dedicati al ripieno. Tagliuzza la bietola e mescola tutti gli ingredienti. Aggiungi le spezie a tuo piacere e cerca di non mangiare tutto il ripieno a crudo, un boccone tira l’altro.

Passa la pasta nella sfogliatrice e scegli se aiutarti con la ravioliera o scegliere di confezionare i tuoi angiulottusu senza alcuna guida. Io personalmente dopo qualche tentativo ho dovuto mettere da parte la mia testardaggine: la ravioliera mi è tornata parecchio utile. Prima di distenderci la pasta coprila con un velo di farina per evitare che la sfoglia si appiccichi.

Posiziona la prima sfoglia, riempi le apposite nicchiette di ricotta e copri con un’altra sfoglia. Pressa per bene, gira la ravioliera e aiutati con una rotella per separare i ravioli. Taglia dritto mi raccomando.

Curiosità e varianti

Gli angiulottusu cotti vengono riposti all’interno di un recipiente di terracotta alternandoli con abbondanti strati di sugo e pecorino. Una volta scolati e posizionati nella terrina si lasciano riposare. Nonna dice sempre che “funti incasausu”. Stanno lì per pochi minuti, si aspetta che l’ultimo ospite in ritardo arrivi e si servono.

Questa volta ho deciso di fare qualche esperimento gastronomico: ho sostituito la bietola con la gorgonzola, con i funghi, con le cipolle e con gli asparagi. Sono uscite 4 varianti di angiulottusu da leccarsi i baffi. I miei preferiti? Con i funghi!

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