Frittura di carnevale in Sardegna con ripieno che non ti aspetti

Ho pensato a lungo a quali ricette presentare per la settimana del Carnevale del Calendario del Cibo AIFB. Ne ho trovate due e la prima è questa: le frittelle di Nonna Barbara, una frittura di carnevale in Sardegna con un ripieno che non ti aspetti. D’altronde vanno a nozze con la Giornata Nazionale delle Frittelle, ambasciatrice Nicol Pini.

Questa è una ricetta del ricordo. Mio padre me ne ha parlato così tanto di frequente che alla fine mi sembrava di conoscerla… e invece no. Ieri ho deciso di rimboccarmi le maniche e provarla. La ricetta è una delicata via di mezzo fra Seadas e Casadinas, con tanto di formaggio fresco, agrumi e semola. I gusti che senti non appena metti in bocca una frittella che crocchia formaggio fuso sono almeno tre: il dolce dello zucchero semolato, il salato del formaggio e infine la scorza di arancia che ti lascia la voglia di mangiarne un’altra.
Non ho idea di come si chiami questo dolce: ho chiesto ma non ho trovato alcuna risposta. Quel che so è che mia nonna l’ha conosciuta per merito di sua sorella, Antonietta. La ricetta quindi dovrebbe essere originaria di Narcao o dintorni, paese di origine di entrambe.

Chi

La frittura di Nonna Barbara

Dove

Iglesiente (Narcao)

Quando

Durante il periodo di Carnevale

Frittura di carnevale: ingredienti per la pasta

  • 500 grammi di semola fine
  • 1 manciata di sale
  • 1 cucchiaio di strutto

Frittura di carnevale: ingredienti per la farcia

  • 400 gr di formaggio fresco (primo sale)
  • 4 cucchiai di zucchero bianco
  • 1 uovo (se serve anche due)
  • 1 cucchiaio di farina
  • 1 arancia (scorza)

Come

Inizia impastando la semola con l’acqua tiepida ed il sale. Quando il composto ti sembrerà abbastanza elastico aggiungi lo strutto e continua a cuexi.
Ultimato l’impasto conservalo sotto un panno di lino e dedicati alla farcia. Devi grattugiare il formaggio fresco, aggiungere l’uovo, lo zucchero, la scorza di arancia e la farina e amalgamare (meglio se con le mani). Per intenderci la consistenza deve essere quella che ottieni quando impasti le polpette, morbida e compatta.

Stendi la pasta con su tuturu (il mattarello). Dividi idealmente la pasta stesa in due parti: sulla prima stendi la farcia mentre la seconda andrà ripiegata per coprirla a mo di omelette. Taglia con s’arrodixedda creando lunghi rettangoli e friggi in olio bollente.
In cottura il formaggio fuoriesce diventando sui bordi croccante e scuro. Proprio su questo dettagli si soffermavano le descrizioni di mio padre, che come è facile immaginare è un vero e proprio sazzagone (golosone) doc.

Scola, cospargi di zucchero a grana grossa e buon appetito.

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